Vi presentiamo un articolo uscito ieri su „Latina Oggi” dove la comunità romena del posto esprime la necessità di avvere una chiesa sua
Avere un luogo di culto idoneo alle necessità della comunità che lo frequenta.
Questa la richiesta che, un pò in punta di piedi, viene avanzata dalla Diocesi ortodossa romena. Attualmente i fedeli si incontrano in uno spazio offerto dalla Diocesi pontina all’interno della chiesa dell’Immacolata che, purtroppo, non è più sufficiente a contenere il crescente numero di persone che la frequentano: troppo pochi i 50 posti a sedere e gli altrettanti in piedi per circa i 150 fedeli che ogni domenica affollano la stanza concessa alla Diocesi ortodossa romena. «Siamo molto legati a questa chiesa – ha dichiarato il parroco, Ciprian Agavriloae – e non possiamo che ringraziare la Diocesi pontina per l’ospitalità e l’affetto dimostrato nei nostri confronti.
Ma la comunità è cresciuta e lo spazio che attualmente frequentiamo non è più sufficiente». Con molta timidezza, e sempre riconoscenti per essere stati ospitati finora nella struttura, il parroco, insieme all’organizzazione non governativa italo-romena «Un Mondo Sereno», chiede al sindaco Di Giorgi la possibilità di reperire una nuova struttura o, ancora meglio, un terreno su cui possano edificare. L’obiettivo primario è quello di ottenere maggiore spazio e una propria indipendenza, così da sopperire anche la necessità di sottrarre spazi ad eventuali altre parrocchie che potrebbero ospitarli. «Si tratta di una struttura che sarà frequentata da gente per bene, che lavora, che vuole socializzare e che vuole professare la propria fede» ha concluso il parroco della Diocesi ortodossa, lasciando trapelare da queste parole che nella comunità romena del capoluogo esiste una parte, anzi è composta per la maggior parte da individui che vivono nella legalità, che sono capaci di grandissimi gesti umani e che, almeno una volta alla settimana, vorrebbero riunirsi e professare il proprio credo in una chiesa che possano frequentare senza alcun tipo di difficoltà.
foto: Enrico de Divitiis