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”l’Italia è sempre più l’Eldorado dei delinquenti di Bucarest” scrive ”Il Giornale”

Interri passaggi dell’articolo firmato da Fausto Biloslavo e Giuseppe Marino non fanno altro che esporre una situazione reale in grande percentuale e per niente da sottovalutare.

Quello che non rilevano i due giornalisti o storcono intenzionalmente sono molti altri aspetti, certi presentati proprio da loro stessi. Parlano dei oltre tre milioni di romeni emigrati  senza spiegare le cause di questa migrazione, certe di esse volute proprio dall’Occidente stesso.

”La stragrande maggioranza è di certo gente onesta, ma con Bucarest in Europa dal 2007, l’Italia è sempre più l’Eldorado dei delinquenti di Bucarest” scrivono i due. Non dicono pero che una delle cause che ha portato alla migrazione della delinquenza in Italia e proprio la povertà a quale l’Occidente ha costretto la Romania; non dicono i giornalisti che l’Italia è un paese permissivo con uno stato debole che permette e favorisce  ai delinquenti di stare qui; non dicono nemmeno che “farsi fatti suoi e far finta di non vedere l’accaduto” è un modo di essere qui.  Non dicono neanche degli zingari o dei romeni con gravi problemi antisociali che non sono espulsi ma tenuti in centri e campi sistemati in modo più che decente con i soldi dei contribuenti.

Quando i due signori scrivono del grande numero di aziende italiane in Romania, non equiparano con quello delle società commerciali romene aperte dai nostri cittadini sul territorio italiano. Dicono che 35.000 aziende italiane hanno aperto attività in Romania senza spiegare i motivi: la manodopera specializzata a basso costo e l’assenza di una pesante tassazione fiscale come accade in Italia ecc. Nello stesso tempo “omettono” scrivere che in Italia esistono 44.817 aziende con proprietari romeni e 29.372 di quale uno dei soci o dei direttori del consiglio d’amministrazione arriva dalla Romania.

 

Non parlano dei camorristi beccati in Romania ed espulsi in Italia e neanche delle centinaia e migliaia d’italiani per quale i romeni hanno lavorato e dai quali non hanno mai presso i soldi. Neanche del romeno morto a Torino quattro anni fa, in cantiere, e buttato nella spazzatura dal suo datore di lavoro, non dicono nulla. E i casi potrebbero continuare come numero e complessità.

Probabilmente l’articolo è stato comandato per vari oscuri motivi. Pero la grande maggioranza dei romeni si alza la mattina alle cinque o sei e va a lavorare, correndo verso gli autobus o le metropolitane per non ritardare. La stragrande maggioranza delle famiglie italiane ha una donna romena in casa per curare i loro  genitori. I sacrifici che i nostri connazionali fanno no si vedono, sono muti. Perché i lavori estenuanti che i giovani italiani non accettano più non fanno notizia. Fa notizia invece solo quel disgraziato che è entrato per rubare o rapinare. Fanno notizia le ragazze sulla Salaria o altri episodi isolati; 100, 1000 dei nostri saranno delinquenti, con o senza la loro volontà, ma tutti quei altri fino a 1.072.000 romeni residenti in Italia vivono nel silenzio dell’anonimato costruendo case, curando anziani o trasportando beni agli abitanti di questo paese ospitale. Molti dei nostri connazionali, con bambini a scuola, con nipoti, sono fieri di lavorare qui e si sentono tante volte più  italiani di molti altri. Ma di loro non si può sapere tanto e non può interessare a Fausto Biloslavo și Giuseppe Marino. Forse anche loro hanno romeni in casa o in famiglia, forse anche loro mangiano prodotti per quali hanno lavorato i romeni o magari nei loro uffici fanno pulizie delle ragazze romene. Ma queste cose non sono cosi importante per loro; troppo banale.

 

“Si scordano”, parlando con invidia dei soldi mandati dai romeni a casa, che una moneta più va all’estero più forte è. E il miglior esempio è quello del dollaro americano.

 

Un più di immagine negativa per il momento sono riusciti a crearci ma non riusciranno mai a prendere dal lavoro le persone oneste per indurle a rubare per avere un tema bollente da scrivere. Quelle persone si sveglieranno sempre la mattina presto e correranno verso i cantieri o negli uffici a fare pulizie, con la speranza che riceveranno una ricompensa con quale manterranno onestamente la famiglia. Peccato che loro non possano essere oggetto di articolo per certi giornalisti

 

 Cristi Merchea

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