Federico Carabetta ______
Il mattino del 29 novembre 2015, un folto gruppo di concittadini romeni ormai romani a tutti gli effetti, con alla testa le bandiere romene, collocherà una corona di fiori alla base della Colonna Traiano. L’atto simbolico, anticipa di poco la Festa ell’Unità Nazionale della Romania che si celebra ogni 1° dicembre.
L’omaggio all’insigne monumento,vuole ricordare i trascorsi storici che videro l’esercito romano vincitore sui i Daci di Decebalo, dopo le due campagne militari del 101-102 e del 105-106 condotte dall’imperatore Traiano.
La vittoria dei romani e l’assoggettamento della Dacia divenuta poi Provincia romana, viene ancora oggi ricordata dai romeni perché decise l’appartenenza del loro popolo al mondo latino in una regione europea avviata a slavizzarsi. Per questa appartenenza, la Romania è quella che ricorda, dopo più di due millenni, nel suo stesso nome, il nome di Roma.
La vittoria dell’imperatore Traiano assicurò ai romani una presenza strategica determinante all’interno del „mare barbarico” situato tra la pianura ungherese e le regioni di Valacchia e Moldavia. Questa presenza, sebbene durata meno di due secoli, ha segnato un’impronta così duratura nell’area, che la lingua è rimasta una lingua neolatina.
La Colonna Traiana, realizzata da uno scultore rimasto ignoto, rappresenta molto realisticamente la guerra dacica, descrivendo sia la potenza di Roma che anche la grande fierezza dei Daci. I vinti infatti, preferironi il suicidio davanti al vincitore, perché solo la morte avrebbe potuto cancellare la grande onta della sconfitta.
La Colonna, con i suoi 40 metri di altezza, svetta nello stesso posto da 2002 anni ed è molto caro al popolo romeno. Non c’è romeno a Roma che non si sia fotografato con lo sfondo della Colonna e vi si rechi con rispetto in considerazione della sua storia.