Le esperienze personali restano tali. Non è una banalità, tutt’altro. Non ci si può basare su quello che dice o pensa una persona. In nessun caso. Pierre Noirà lo sottolineava in un suo libro. Non esiste la verità oggettiva, semmai quella soggettiva. Ed io posso raccontarvi la mia verità. Frutto di un amore verso una terra che mi ha ospitato.
Il mio giudizio è di certo diverso da chi ci abita. Da chi si allontana per cercare fortuna altrove. La Romania è quasi quanto l’Italia ma ha circa un quarto di abitanti rispetto allo Stivale. Sedici milioni sul proprio suolo ed altri dieci in Europa. Gli italiani sanno bene cosa significhi visto che nel secolo scorso hanno dato vita al più grande esodo della storia del Belpaese. Migrazioni in America del sud, Australia, Stati Uniti, Inghilterra e Germania. Negli States hanno subito le più grandi umiliazioni come la quarantena nel porto di New York. Braccia forti per far crescere un paese, uomini semplici ma anche grandi menti. Insomma e per farla breve abbiamo dato tanto e ricevuto altrettanto. Chi vi scrive ha impiegato tre giorni per imparare a pronunciare correttamente la prima città che l’ha ospitato: Timisoara, il primo amore. In meno di dieci anni ho visto tutta la Romania e forse anche più luoghi della mia stessa terra. Sarò di parte ma di certo non mi accuserete di non vedere di buon occhio i tanti romeni in Italia.
Ebbene, come dappertutto ci sono i buoni ed i cattivi solo che questi ultimi fanno più ‘rumore’. Inutile negarlo, spesso i romeni salgono alla ribalta nella cronaca giudiziaria. Colpa della fame ma anche perché, spesso, la nostra giustizia è lenta e soprattutto più benigna. L’eterno dilemma che ci attanaglia non troverà mai tutti d’accordo. ”Via gli stranieri dal nostro suolo” è una bestemmia. Rischieremmo, proprio noi, di essere incoerenti visto la migrazione dei nostri nonni. Però si potrebbe cercare di essere più comprensivi con chi lo merita e meno assecondanti con chi anche sul proprio suolo ha sempre vissuto di espedienti. Bisognerà iniziare a giudicare le persone per quello che sono e non condannare se è il caso un popolo intero. L’Europa ha deciso di aprire le frontiere di cercare all’Est la manodopera che serviva. Adesso, giusto cosi, bisogna accettare le regole, capire, nel limite del possibile, le ragioni di tutti per una pacifica convivenza. Sarò soddisfatto solo quando vedrò che un uomo sarà giudicato per le sue azioni.
Siamo tutti fratelli e noi, gli italiani, visto le origini, lo siamo ancor più con quelli che arrivano dalla Romania.
Autore: Michele Pisani